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Venerdì 08/11/2013
Pmi, definizione dei limiti dimensionali
a cura di: AteneoWeb S.r.l.Ecco le caratteristiche principali stabilite dal legislatore per la corretta individuazione di piccole e medie imprese.
Dipendenti, fatturato e requisito d'indipendenza. Sono questi i criteri di riferimento stabiliti dal legislatore comunitario e recepiti nel nostro ordinamento con il decreto 18 settembre 1997 del Ministero dell'Industria e del Commercio e dell'Artigianato.
Il tessuto industriale e imprenditoriale del nostro paese è fortemente caratterizzato dalle piccole e medie imprese. Molto spesso, in virtù dell'importanza rivestita nel contesto economico nazionale e delle caratteristiche strutturali di tali soggetti economici, l'Amministrazione concede benefici e incentivi per sostenere l'attività svolta dalle Pmi. Ma quali sono i limiti dimensionali da prendere come riferimento per il riconoscimento di tali agevolazioni?
Il sopra citato decreto ministeriale ha stabilito le seguenti caratteristiche per la corretta definizione di piccole e medie imprese:- meno di 250 dipendenti;
- un fatturato annuo non superiore a 40 milioni di euro, oppure un totale di bilancio annuo non superiore a 27 milioni di euro;
- essere in possesso del requisito di indipendenza: nello specifico che il capitale o i diritti di voto non siano detenuti per il 25% o più da una sola impresa oppure congiuntamente da più imprese non conformi alle definizioni di piccola e media impresa.
È importante sottolineare che i tre principi sopra esposti sono di carattere cumulativo, nel senso che ai fini di una corretta valutazione tutti e tre devono sussistere congiuntamente.
I limiti appena citati sono ulteriormente rivisti al ribasso per la più restringente definizione di 'piccola' impresa, dal momento che per questo grado dimensionale il legislatore prevede:- meno di 50 dipendenti;
- un fatturato annuo non superiore a 7 milioni di euro, oppure un totale di bilancio annuo non superiore a 5 milioni di euro;
- essere in possesso del requisito di indipendenza.
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 21546 del 20 settembre scorso, analizzando eventuali norme agevolative riservate alle piccole e medie imprese, ha confermato il perfetto allineamento del nostro ordinamento ai principi comunitari, salvo che le norme prevedano, con riferimento a imprese operanti in particolari settori di attività, parametri dimensionali inferiori a quelli massimi previsti dalla previgente definizione di Pmi.