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Mercoledì 03/06/2015
Brevetto europeo. Come funzionano, male, le lingue della Comunita'
Sembra che l'Italia abbia intenzione di aderire al Brevetto europeo. Dopo che ne era rimasta fuori, con Spagna, perche' si prevede che le lingue ufficiali siano tre: inglese, francese e tedesco. Sponsor di questo trilinguismo sono Francia e Germania, che hanno ottenuto il consenso di molti Paesi le cui lingue sono state escluse, facendo introdurre fondi per compensare i costi di produzione. Sembra che, per molti, i fondi siano piu' interessanti che non la propria lingua.
Una scelta economica, si' da superare il tipico ed oneroso gap comunitario della babele linguistica? In parte si' e in parte no. Sarebbe stato economicamente logico scegliere una sola lingua, l'inglese ovviamente, che, indipendentemente dall'innegabile vantaggio di Gran Bretagna e Irlanda, e' comunque la piu' importante e diffusa lingua veicolare comunitaria e mondiale. Ma questo significava piu' costi per i due grandi protagonisti comunitari, Francia e Germania. Quindi, invece di far pagare i costi ad ogni singolo Stato, Hollande e Merkel (1) hanno pensato fosse meglio farli pagare a tutti gli altri Stati per loro. E cosi' si sono fatti belli verso le proprie nazioni tutelando le loro lingue nazionali e fornendo un vantaggio competitivo ai rispettivi Paesi.
Volenti o nolenti, europeisti o non-europeisti, e' questa l'ennesima realta' della nostra Ue: una entita' economica dove governano i piu' forti degli Stati nazionali.
Noi, che non abbiamo interessi economici e di potere specifici in merito, ma siamo sudditi anche di questa Unione, abbiamo maturato un'altra idea in merito. Scartata la possibilita' della sola lingua inglese -anche un po' riduttiva considerato il pianeta- proiettando la Comunita' anche al di fuori del proprio territorio, avremmo scelto: inglese, francese e spagnolo (sicuramente tra le tre lingue piu' diffuse nel mondo, e comunque facendo pagare un po' di piu' per le altrui traduzioni i Paesi avvantaggiati); non solo, ma se fosse consentito anche l'uso di lingue non comunitarie, ci avremmo aggiunto anche l'arabo e il cinese.
Ma questi sono, sembra e al momento, i sogni naufragati al largo dell'isola di Ventotene....
(1) che' solo i governi nazionali che contano, non le strutture comunitarie in cui operano e decidono i nominati dai governi altrettanto nazionali e gli inutili -in termini di governo comunitario- europarlamentari che i cittadini hanno eletto.
di Vincenzo DonvitoFonte:
http://www.aduc.it