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Risoluzione Agenzia Entrate n. 3 del 08.01.2002
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Interpello n. 954-141/2001 - Articolo 48, comma 2, lett. g), del TUIR
Risoluzione Agenzia Entrate n. 3 del 08.01.2002Con istanza presentata alla Direzione Regionale, la ZJJ srl ha sottoposto un quesito concernente le corrette modalità di applicazione dell'art. 48, comma 2, lett. g), del testo unico delle imposte sui redditi, approvato con DPR 22 dicembre 1986, n. 917, riguardo ad un piano di azionariato deliberato dalla società controllante ZJ Holding Ltd..
Esposizione del quesito
Il piano adottato dalla società controllante attribuisce ai dipendenti delle società del gruppo il diritto ad acquistare azioni della società emittente ad un prezzo predeterminato.
Sono esclusi tuttavia i dipendenti con contratto a tempo determinato, con contratto di lavoro part-time per un numero di ore settimanali inferiori al 50% del numero di ore ordinario, e i dipendenti con contratto di trainee (contratto di formazione e/o apprendistato).
Il piano di azionariato prevede che i dipendenti possano acquistare:
a) azioni ordinarie non quotate, ad un prezzo corrispondente al valore del patrimonio netto contabile determinato sulla base dell'ultimo bilancio pubblicato. Una volta acquistate, tali azioni possono essere rivendute dal dipendente esclusivamente alla Società datore di lavoro, che ha un corrispondente obbligo di acquisto.
b) azioni al portatore quotate sulle borse di Zurigo e Francoforte.
Possono comprare queste azioni solo quei dipendenti che hanno già aderito al piano acquistando le azioni ordinarie; il prezzo delle azioni al portatore è fissato da un comitato sulla base dei prezzi di mercato rilevati nell'anno precedente. Queste azioni sono vincolate per un periodo di cinque anni e solo dopo tale periodo il dipendente ne potrà disporre liberamente. In caso di cessazione del rapporto di lavoro il vincolo di indisponibilità viene meno anche se non sono ancora decorsi cinque anni.
L'istante, nel convincimento che il piano di azionariato illustrato permetta l'applicazione delle disposizioni di favore previste dall'art. 48, comma 2, lett. g) del TUIR, ha posto i seguenti quesiti:
a) Con riferimento all'acquisto delle azioni ordinarie, ha chiesto se il momento impositivo rilevante sia quello in cui le azioni vengono intestate al dipendente oppure il momento in cui lo stesso le cede alla Società.
b) Sempre con riferimento alle azioni ordinarie, ha chiesto quali siano le modalità più corrette per la determinazione del loro valore, ovvero se lo stesso vada individuato in proporzione al patrimonio netto contabile oppure al patrimonio netto effettivo della società.
c) Relativamente alle azioni al portatore, che subiscono il vincolo di indisponibilità quinquennale, ha chiesto se il momento impositivo rilevante sia quello della intestazione delle azioni al dipendente oppure quello successivo in cui cessa il vincolo.Soluzione interpretativa prospettata
La ZJJ srl ha prospettato le proprie soluzioni interpretative:
- a proposito del quesito sub a) l'istante ritiene che sia fiscalmente rilevante il momento in cui le azioni vengono intestate al dipendente e depositate su un suo conto acceso presso la Banca ZJ in Zurigo.
- invece, relativamente al quesito sub b) l'interpellante reputa che il valore normale delle azioni ordinarie vada determinato in proporzione al patrimonio netto contabile della ZJ Holding Ltd, e ciò al fine di meglio attuare il principio di equa tassazione. Difatti, argomenta la società, qualora si attuasse il criterio del patrimonio netto effettivo ai fini della valutazione delle azioni ordinarie si avrebbero inique conseguenze. Infatti, secondo la tesi della società, il dipendente all'atto dell'acquisto verrebbe tassato sulla differenza tra il valore della quota di patrimonio netto effettivo dato dalle azioni acquistate ed il valore, inferiore, della quota di patrimonio netto contabile rappresentato dalle stesse azioni.
- In merito al quesito sub c), la ZJJ srl giudica momento impositivo fiscalmente rilevante quello in cui le azioni perdono il vincolo della indisponibilità, ovverosia al decorso del quinquennio dalla data di acquisto da parte del dipendente. Anche in tal caso l'interpellante si richiama ad un principio di più equa tassazione secondo cui il tributo deve essere correlato ad una capacità contributiva in atto e non futura. Il lavoratore in tal caso riceve un titolo di credito il cui beneficio è potenziale e solo quando l'indisponibilità che grava su tale titolo viene meno egli concretizzerà tale beneficio. Per tale motivo la ZJ ritiene che gli obblighi impositivi per il dipendente non debbano sorgere al momento dell'acquisto delle azioni al portatore bensì nel momento in cui cessano le restrizioni alla vendita di dette azioni. Solo allora il dipendente sarà ritenuto percettore di un compenso in natura pari alla differenza tra il valore normale a tale data delle azioni al portatore, determinato ai sensi dell'art. 9, comma 4, lett. a), del TUIR, e il prezzo pagato all'atto dell'acquisto. A tale compenso si applicherà poi l'esenzione nei limiti dei quattro milioni prevista dall'art. 48, comma 2, lett. g) del TUIR.Risposta della Direzione
L'art. 48, comma 2, lettera g), del TUIR disciplina il cd. "azionariato popolare ai dipendenti" disponendo che non concorre a formare reddito di lavoro dipendente "il valore delle azioni offerte alla generalità dei dipendenti per un importo non superiore complessivamente nel periodo di imposta lire 4 milioni, a condizione che non siano riacquistate dalla società emittente o dal datore di lavoro o comunque cedute prima che siano trascorsi almeno tre anni dalla percezione;....".
Nel caso in esame, primo ostacolo ad una corretta applicazione della citata disposizione è la circostanza che il piano di azionariato previsto dalla Holding escluda dall'offerta i dipendenti con contratto di lavoro part-time per un numero di ore settimanali inferiore al 50% del numero di ore ordinario.
La relazione di accompagnamento al d.lgs. 23 dicembre 1999, n. 505, che ha modificato la previgente disciplina in materia di assegnazione di azioni ai dipendenti, precisa che "...ai fini della non imponibilità sono poste le seguenti condizioni: le azioni devono essere offerte a tutti i dipendenti...". Risulta quindi in contrasto con la ratio della norma, che si propone di "fidelizzare" il dipendente, escludere alcuni dipendenti solo in base al criterio dell'orario di lavoro svolto. Anche la Circolare I.N.P.S. n.11 del 22 gennaio 2001 ha precisato che "...la condizione per cui l'offerta sia rivolta a tutti i dipendenti, deve intendersi soddisfatta allorché la stessa sia riferita a tutti i dipendenti con contratto a tempo indeterminato.
L'eventuale esclusione dei lavoratori a tempo determinato non rappresenta una causa ostativa all'applicazione del regime agevolato. Nel caso in cui le azioni vengano offerte solamente ad alcuni dipendenti, ancorché appartenenti ad una medesima categoria, l'intero valore delle stesse rappresenterà reddito di lavoro dipendente.
Troverà pertanto applicazione l'ordinaria normativa vigente in materia di benefit (art. 48, co. 3, del TUIR).".
Suscita poi ulteriori perplessità la circostanza che l'acquisto del secondo tipo di azioni, quelle al portatore, sia consentita solo a quei dipendenti che abbiano già aderito al piano acquistando le azioni ordinarie.
In definitiva, l'acquisto delle azioni al portatore quotate in borsa è precluso a ben due categorie di lavoratori: quelli con contratto part-time e quelli che non hanno acquistato le azioni ordinarie.
Alla luce delle considerazioni esposte, occorre chiarire, in via preliminare, che il piano di azionariato illustrato dalla ZJJ srl potrà accedere ai benefici fiscali di cui all'art. 48, comma 2, lett. g), del TUIR solo nella misura in cui si uniformi al principio ispiratore della norma, ovvero quello dell'estensione del beneficio alla "generalità dei dipendenti".
Ciò premesso, si ritiene comunque utile, in considerazione della possibilità che il piano venga adeguato e rivolto alla generalità dei dipendenti, fornire risposta alle istanze proposte.
In relazione al primo quesito rivolto dall'interpellante, questa Direzione concorda con la soluzione dallo stesso prospettata.
L'art. 48, comma 2, lett. g), del TUIR prevede l'esclusione dal reddito di lavoro dipendente del valore delle azioni offerte per un importo complessivamente non superiore ai quattro milioni di lire e a condizione che le stesse non siano cedute prima di tre anni.
Per verificare se sia stato rispettato tale limite, si deve prendere in considerazione il valore delle azioni, (determinato secondo i criteri dettati dall'art. 9, comma 4, del TUIR) all'atto della loro assegnazione. Quindi momento impositivo rilevante per la determinazione dell'importo che non concorre a formare reddito di lavoro dipendente è quello in cui le azioni vengono assegnate al lavoratore. Qualora successivamente le azioni siano cedute, prima dello scadere dei tre anni, quello stesso importo che non è stato tassato precedentemente, sarà assoggettato ad imposizione nel periodo di imposta in cui avviene la cessione.
A proposito del secondo quesito rivolto dall'interpellante circa le modalità di determinazione del valore normale delle azioni ordinarie, il parere di questa Direzione diverge dalla soluzione prospettata dall'istante.
L'art. 9, comma 4, lett. b), del TUIR prevede che il valore normale delle azioni non quotate sia determinato "...in proporzione al valore del patrimonio netto della società...".L'Amministrazione finanziaria, con la Circolare n. 112 del 21/05/1999, e, successivamente, con la risoluzione n. 29 del 20/03/2001, ha precisato che per le azioni, le quote di società non azionarie e i titoli o quote di partecipazione al capitale di enti diversi dalle società il valore normale è fissato in proporzione al "valore del patrimonio netto effettivo della società o ente (e non in proporzione al patrimonio netto contabile). In questo caso il valore del patrimonio netto della società deve risultare da relazione giurata di stima, cui si applica l'art. 64 del codice di procedura civile.... Il valore periziato deve essere riferito all'intero patrimonio sociale esistente ad una data compresa nei trenta giorni che precedono quella in cui l'assegnazione è stata deliberata.".
Non è, pertanto, possibile prescindere dal dato normativo. Di conseguenza,il valore normale delle azioni ordinarie offerte ai dipendenti deve essere determinato in proporzione al valore del patrimonio netto effettivo della società.
Resta infine il terzo quesito rivolto a questa Direzione dalla ZJJ srl, ovvero se in relazione alle azioni al portatore, il momento impositivo si verifichi all'atto della loro assegnazione al dipendente oppure nel momento in cui cessa il loro vincolo di indisponibilità quinquennale.
Anche a proposito di tale quesito il parere di questa Direzione diverge dalla soluzione prospettata dall'istante.
L'art. 48, comma 2, lett.g), del TUIR indica un preciso criterio per l'individuazione del momento impositivo: quello di assegnazione delle azioni, senza operare alcuna differenziazione tra le categorie di azioni offerte. Criterio confermato anche dalla Circolare n. 30 del 25/02/2000 la quale chiarisce che "nel caso in cui non venga rispettata la condizione del mantenimento delle azioni nel periodo considerato, l'importo non assoggettato è assunto a tassazione, quale reddito di lavoro dipendente, nel periodo di imposta in cui si verifica la cessione delle azioni".
D'altronde, il piano di azionariato prevede che le azioni al portatore siano depositate in un conto del dipendente presso la Banca ZJ di Zurigo dove rimangono vincolate per un periodo di cinque anni. Il dipendente, quindi, è titolare delle azioni già al momento della loro assegnazione (e non dopo cinque anni), ne percepisce gli eventuali dividendi ed è in tale momento che esprime la correlata capacità contributiva.
Pertanto, momento impositivo rilevante per la determinazione dell'importo che concorre a formare reddito di lavoro dipendente è quello in cui le azioni al portatore vengono assegnate.