In primavera il mercato del lavoro ha continuato ad inanellare statistiche positive, attenzione però ai dati relativi alle fasce più giovani: gli under35 rappresentano oltre il 50% dei contratti a termine.
Istat nel secondo trimestre 2022 registra un aumento dell’occupazione rispetto al periodo precedente dello 0,5%, raggiungendo il tasso complessivo del 60,2%. A questo incremento dell’occupazione è corrisposta una riduzione dei disoccupati (scesi all’8,1%) e degli inattivi (pari al 34,4%). Tutti e tre gli indicatori puntano insomma nella direzione positiva, certificando un miglioramento a livello macro dello stato del mercato del lavoro in Italia. Questa ipotesi è rafforzata dal numero delle ore lavorate, indicatore che meglio rappresenta la mole di fattore “lavoro” apportata al sistema economico in un dato intervallo di tempo. Nel secondo trimestre 2022 è infatti aumentato sia il monte delle ore lavorate, cresciute del 2,6% rispetto al trimestre precedente e addirittura dell’11,0% rispetto allo stesso trimestre del 2021, sia le ore lavorate per dipendente, con una crescita del 5,6% rispetto all’anno precedente.
Registra Istat: “Il tasso di posti vacanti, pari al 2,2%, si attesta al livello più elevato dall’inizio del periodo di osservazione, con una variazione rispetto al trimestre precedente di 0,2 punti percentuali; in termini tendenziali, la ripresa risulta pari a 0,4 punti percentuali”.
La ricerca di lavoro in Italia resta ancora fortemente legata al canale informale di parenti, amici e conoscenti (accade nel 74,8% dei casi) anche se il sostenimento di un colloquio è sempre più frequente (25,3%), così come l’utilizzo dei centri pubblici per l’impiego (21,3%) e delle agenzie private di intermediazione (19,6%).
La quota di persone che si definiscono “scoraggiate” nella ricerca di un lavoro sono diminuiti dell’8,1% mentre gli inattivi del 4,4% rispetto al secondo trimestre del 2021. Da rilevare come i principali driver di questa discesa sono da imputare all’arrivo degli esiti della ricerca di lavoro stessa (-18,7%).
“Dal lato delle imprese, nel secondo trimestre 2022 la domanda di lavoro prosegue la sua sostenuta crescita”, recita il rapporto Istat. “L’aumento congiunturale delle posizioni totali si attesta allo 0,8% nell’industria e all’1,4% nei servizi privati, con variazioni di intensità diversa nelle sue componenti: nei full time si registra una variazione positiva dell’1% nell’industria e del 2% nei servizi; per i part time invece l’aumento è più ridotto, pari allo 0,2% nell’industria e allo 0,5% nei servizi”.
Istat si sofferma poi sullo stato dell’occupazione giovanile. Tra il secondo trimestre 2022 e quello del 2021 il tasso di occupazione tra i 15-34enni è cresciuto del 3,5% (toccando il 44,2%), una crescita circa doppia rispetto alla fascia d’età 35-64 anni (+1,7%). “Nel dettaglio, la crescita dell’occupazione giovanile ha riguardato il lavoro alle dipendenze, sia a termine (+182 mila, +12,3% rispetto al secondo trimestre 2021) sia a tempo indeterminato (+219 mila, +8,4%), mentre è proseguito il calo degli indipendenti (-10 mila, -1,2%)”.
Segue un dato di notevole interesse: “Nel secondo trimestre 2022, il 31,5% dei giovani svolge un lavoro a tempo determinato (8,5% tra gli adulti) e gli under35 rappresentano più della metà del totale dei dipendenti a termine (52,3%)”. Un elemento di riflessione di cui tenere conto quando si tracciano fotografie sullo stato del mercato del lavoro italiano.
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La legge di bilancio 2025 ha introdotto a regime la possibilità di rideterminare il valore delle quote di partecipazioni ex art. 5 della L. 148/2001.
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