Dall'inizio del 2020 uno dei temi centrali che riguardano il mondo del lavoro è il dialogo sul cosiddetto smart working che ha il potenziale di stravolgere la vita di centinaia di migliaia di lavoratori e, sebbene il concetto non sia nuovo, solo nel 2020 si stanno realmente testando i pro e contro di questa modalità di lavoro. Si riporta una sintesi dei principali aspetti che riguardano tema al fine di chiarire quali sono gli step necessari per predisporre le aziende alla cosiddetta trasformazione digitale.
Il lavoro agile (o smart working) è una modalità di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato caratterizzato dall'assenza di vincoli orari o spaziali e un'organizzazione per fasi, cicli e obiettivi, stabilita mediante accordo tra dipendente e datore di lavoro; una modalità che aiuta il lavoratore a conciliare i tempi di vita e lavoro e, al contempo, favorire la crescita della sua produttività.
Il dialogo sullo smart working sembra tendere verso una preponderanza dei vantaggi rispetto agli svantaggi. I principali benefici riconosciuti per lo smart working coinvolgono le aziende, i lavoratori e l'ambiente.
Per le aziende l'impatto dello smart working si traduce in un incremento della produttività, in una migliore gestione delle urgenze e in una autonomia nello svolgimento delle attività lavorative da parte dei lavoratori. Lo smart working permette inoltre di ridurre i costi di affitti, utenze e manutenzioni.
I lavoratori beneficiano dello smartworking in termini di work-life balance, motivazione personale e tramite un aumento delle performance e una migliore organizzazione.
In Italia, infatti, una giornata in smart working fa risparmiare al lavoratore in media 74 minuti di viaggio, l'equivalente di 7 giorni di attività all'anno, con un risparmio economico oltre che un maggiore controllo sulla propria organizzazione personale.
Infine, applicare lo smart working significa evitare milioni di ore di spostamenti al mese, con un conseguente risparmio di milioni di litri di benzina e centinaia di tonnellate di CO2 in meno nell'atmosfera.
Nonostante i notevoli benefici, l'analisi dell'esperienza di lavoro in smart working ha rilevato alcune criticità, evidenziate principalmente dalle aziende che si sono trovate costrette ad applicare questa modalità di lavoro in emergenza, senza aver prima avuto il tempo di adeguare le proprie attività per poter ottenere il massimo da questa opportunità.
In particolare, alcuni lavoratori che hanno provato la modalità di lavoro smart hanno lamentato una carenza nella collaborazione e interazione cross-organizzativa, oltre che di un senso di isolamento rispetto alle attività che avvengono in ufficio, e alle difficoltà legate alle distrazioni esterne. Sono stati inoltre evidenziati costi extra, legati ad esempio alle utenze domestiche ed al pasto preparato a casa.
Per le aziende inoltre, la maggiore condivisione di informazioni via web aumenta il rischio di esposizione ad attacchi informatici.
Ma come è possibile ottenere il massimo dallo smart working?
Considerato che lo smart working è la soluzione più efficace per dare continuità all'attività lavorativa anche in caso di emergenze, è importante sviluppare alcune accortezze al fine di minimizzare le criticità e ottimizzare i benefici che derivano da questa modalità di lavoro.
Qualora non fosse possibile trovare una soluzione in azienda, esistono diverse imprese nate per fare "business process reengineering" ovvero orientate a ripensare l'azienda per permetterle di affrontare meglio le sfide del futuro.
Occorre:
In conclusione, l'attivazione corretta dello smart working presenta senza alcun dubbio una sfida che merita di essere affrontata con la giusta motivazione, presentando potenziali ostacoli non irrilevanti, ma una volta implementato allo stato dell'arte, questa modalità si rivelerà per molte realtà essere una soluzione che ottimizza risorse e lavoro.
Assegnazione Cessione Agevolata Immobili Società (Legge Bilancio 2025)
La legge di bilancio 2025 ha previsto la possibilità, per le società, di assegnare e/o cedere ai soci gli immobili non strumentali per destinazione (oltre ai beni mobili registrati).
Viene inoltre prevista la possibilità di trasformazione in società semplice delle società che hanno come oggetto esclusivo o principale la gestione dei suddetti beni.
In particolare, è prevista l’applicazione di una imposta sostitutiva dell’8% (10,5% se le società sono risultate NON operative nei tre esercizi 2022/2023/2024) sulla eventuale plusvalenza risultante dalla differenza tra il valore normale, in ipotesi di assegnazione, o il prezzo di cessione, in ipotesi di cessione, e il costo fiscalmente riconosciuto dei beni assegnati/ceduti, con la particolarità che in caso di assegnazione il valore normale per i beni immobili può essere, alternativamente al valore normale ex art. 9 del TUIR, assunto pari al “valore catastale” applicando alla rendita catastale i moltiplicatori previsti ai fini dell’imposta di registro.
In caso di cessione il corrispettivo, se inferiore al valore normale, determinato alternativamente ex art. 9 TUIR o in base al “valore catastale”, dovrà essere computato in misura non inferiore al valore normale stesso.
Altro vantaggio dell’operazione consiste nel fatto che, in caso di applicazione di imposta di registro proporzionale le aliquote applicate siano ridotte della metà.
La conversione in Legge del DL 112/2008 ha attribuito agli iscritti all’albo dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili il ruolo di intermediari per il deposito presso il Registro Imprese degli atti di cessioni di quote di SRL sottoscritti dalle parti mediante firma digitale, in alternativa alla tradizionale sottoscrizione con autentica notarile.
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