Giovedì 29 dicembre 2011

ANNO 2013: LA RIPRESA DELL'ECONOMIA GLOBALIZZATA

a cura di: Studio Dott. Roberto Simonazzi
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ANNO 2013: LA RIPRESA DELL'ECONOMIA GLOBALIZZATA

Dopo cinque anni di recessione ecco finalmente la ripresa economica per l'economia globalizzata, infatti all'inizio dell' anno 2013 le statistiche macroeconomiche forniranno gli indici del P.I.L. della maggior parte dei paesi relativamente in crescita.

Ma quante imprese saranno fallite nel frattempo?
Quanti dipendenti avranno lasciato forzatamente il proprio lavoro?
Quanti liberi professionisti avranno chiuso il loro studio singolo oppure associato per altri e diversi  lavori?
Lo stato italiano avrà preso le misure più idonee ed opportune allo scopo di evitare il " crak"?.
Etc……

L'EURO ci sarà ancora oppure avremo le nuove Lire ???

Ci riportiamo per un attimo alla fine dell'anno  2008 quando i governi di tutto il mondo erano decisi ad adottare misure  per  stimolare la domanda aggregata  mediante l'apporto di capitale al sistema, attraverso  l'aumento di spese da parte dell'operatore pubblica amministrazione e con la riduzione delle imposte.
Assieme al Fondo Monetario Internazionale sono state prese decisioni che hanno il dovere di evitare una nuova depressione  mondiale chiedendo a tutti i paesi  di mantenere alto il livello della domanda globale.

  1. I punti deboli della società del benessere.

   
Negli anni sessanta è iniziata a svilupparsi anche in Italia la società opulenta con tutti i suoi vantaggi iniziali, quali l'aumento del lavoro individuale e del reddito pro-capite a seguito dell'incremento della domanda dei beni, aumento delle imposte  etc…
Ma strada facendo e soprattutto alla fine del secolo scorso abbiamo notato come la pubblicità effettuata in tutti i canali televisivi per molte ore al giorno ci  ha consentito di venire a conoscenza di una moltitudine di prodotti, anche secondari e superflui che potevamo trovare comodamente nei supermercati oppure nei grandi magazzini che effettuavano importazioni di merci da tutto il mondo.
Possiamo adesso nel XXI ° secolo analizzare i riferimenti storici che hanno consentito di superare la grande depressione degli anni trenta.
Pertanto l'analisi dovrà essere effettuata  sul contenuto della teoria di John Maynard Keynes evidenziata nel suo testo del 1936 " Teoria generale dell'occupazione, interesse e moneta " e quindi
ritengo che entro certi limiti sia ancora valida la tesi Keynesiana che il moltiplicatore dell'occupazione sia equivalente al moltiplicatore dell'investimento e di conseguenza anche  oggi possiamo applicare questo moltiplicatore all'incremento/decremento del ritmo dell'investimento e calcolare la variazione dell'occupazione.
La politica economica proposta da Keynes ha risolto i problemi economico-occupazionali negli anni ‘40 e '50 a paesi come il Canada, Stati Uniti, Gran Bretagna, Italia etc…consentendo l'intervento dello Stato nella contrazione di prestiti e finanziando in modo massiccio il disavanzo del bilancio statale.
Ebbene tutto questo potrebbe , entro certi limiti , risolvere i problemi dell'economia globalizzata ed in particolare quella italiana attuale che è chiaramente afflitta da cause molteplici che non le consentono di creare nuove unità stabili di lavoro nonostante la riforma Biagi ed un modestissimo  incremento del P.I.L. nel 2007 e decremento previsto per il 2008 e seguenti.
Ma continuando l'analisi sulla variabile macroeconomia  "consumo",  dobbiamo riflettere  soprattutto sulle motivazioni psicologiche che  fanno consumare una molteplicità di beni in più alle persone ma  anche beni superflui poiché evidenziati in una vistosa campagna pubblicitaria, come ad esempio " l'apribanane elettronico".
Questo bene superfluo potrebbe essere prodotto da una azienda e immesso sul mercato anticipato da una buona pubblicità televisiva ed acquistato da milioni  di persone nel mondo, le quali subendo gli effetti "dimostrazione ed emulazione" della funzione psicologica del consumo di   J. S. Duensenberry, avrebbero contribuito in definitiva alla diminuzione del P.I.L.
Infatti  una grande quantità di capitale, che è un fattore della produzione, verrebbe dirottato nel consumo e sottratto all'acquisto di beni utili o necessari.
 Oggi occorre fare grande attenzione economica attraverso il contrasto  e il superamento degli effetti della teoria chiamata " funzione psicologica del consumo " di J. S. Duensenberry, il quale sosteneva alcuni anni fa che il comportamento del consumatore è influenzato dall' "effetto dimostrazione " , cioè egli tende a consumare sempre  più in modo quantitativo i beni offerti poiché soddisfano i propri bisogni crescenti .
Altro elemento è " l' effetto emulazione" cioè il consumatore viene spinto psicologicamente ad acquistare i beni già in possesso di coloro che appartengono a categorie sociali superiori .
In pratica è palese il desiderio di ottenere beni di qualità superiore a livello di massa, poiché l'attuale società attribuisce grande importanza alla capacità di possedere un alto livello di vita e valuta gli individui secondo la quantità dei beni da questi posseduti.
Attualmente è necessario quindi adoperarsi socio-economicamente affinché si possa modificare il meccanismo di mass-production globalizzata , in modo che siano mantenuti gli effetti moltiplicatori sul reddito e che siano ridotti gli effetti devastanti sull'ambiente naturale unitamente alla neutralizzazione oppure al contenimento delle grandi crisi aziendali avvenute per effetto della variazione della domanda dei beni.
 John Kenneth Galbraith ammoniva la generazione attuale in modo prospettico già negli anni sessanta nel suo libro " Il nuovo stato industriale " 1968 Einaudi Torino, ipotizzando infatti le conseguenze che avrebbe avuto lo sviluppo del sistema industriale collegato alla società dei consumi.
Allora consigliava il consumo qualitativo delle risorse anziché quantitativo dei beni offerti dal sistema come modalità risolutrice, altrimenti avremmo assistito impotenti al verificarsi delle catastrofi ambientali.
Tuttavia negli ultimi trenta anni del XX° secolo l'effetto moltiplicatore macroeconomico, ossia il risultato ottenuto dall'aumento dei consumi  sul livello di reddito, ha certamente prevalso sull'oculata scelta individuale dei beni acquistati.
Pertanto lo sviluppo demografico e le produzioni economiche dei beni di consumo hanno determinato un progressivo degrado, inquinamento e impoverimento del patrimonio naturale mondiale nell'ultimo secolo.

  1. La nuova cultura della società del benessere.

La società dei grandi consumi di massa ha portato certamente benessere a tutti gli oeratori del sistema macro-economico globalizzato ma ha causato anche ingenti danni all'ambiente mondiale.
Ancora oggi paghiamo un alto tributo in termini ecologici a causa di incidenti occorsi a petroliere che hanno versato in mare il loro contenuto petroleoso contribuendo a inquinare di conseguenza e soprattutto le coste europee.
L'aumento del tasso di piovosità media annua e la concentrazione delle piogge aggressive e specificatamente violente su determinate microzone delle zone temperate ha causato alcuni grossi problemi all'agricoltura europea e danni alle città e campagne con grandi inondazioni e alluvioni  consequenziali.

Il disequilibrio ecologico causato dallo sfruttamento non coordinato del suolo e dei suoi prodotti ha arrecato danni non facilmente saturabili con politiche mirate nel breve termine.
L'effetto catastrofico per l'ambiente a causa dell'inizio di nuove guerre in Africa e Asia etc…
Ha portato a notevoli sprechi di risorse e a un dirottamento forzato della produzione a favore del settore bellico con effetti dannosi verso i Paesi più poveri e in via di sviluppo dato che questi hanno ricevuto minori quantità di aiuti economici dai Paesi ricchi belligeranti.
Merita quindi una considerazione particolare la possibilità offerta all'umanità da un nuovo pensiero economico che comporterà nel prossimo futuro una propensione al consumo di tipo qualitativo anziché quantitativo.

Dalla formula di Paul A. Samuelson:

FELICITA' =  CONSUMO MATERIALE / DESIDERIO.

Dovrebbe pertanto equilibrarsi in modo più qualitativo attenuando il denominatore mediante l'introduzione di variabili mirate a soddisfare bisogni non solo materiali  ma anche attraverso un maggior consenso del prossimo alla soddisfazione e considerazione del proprio lavoro oppure della propria professione.

E' necessario adoperarsi socio-economicamente affinché si possa modificare il meccanismo di mass-production globalizzata in modo che siano mantenuti gli effetti moltiplicatori sul reddito e che siano ridotti gli effetti devastanti sull'ambiente naturale unitamente alla neutralizzazione oppure al contenimento delle grandi crisi aziendali avvenute per effetto della variazione della domanda dei beni - vedi il Gruppo Fiat e le grandi marche americane di produzione di automobili  oppure le variazioni che hanno interessato di recente il settore tessile europeo a vantaggio di quello asiatico.

La diminuzione del consumo dei beni di massa a causa dell'aumento della tassazione nazionale e locale prevista per l'anno 2012 intorno al 52% - 54% potrà causare una flessione dei consumi e del reddito derivato in modo da portare alla recessione.
Sicuramente avremo più consumi di qualità che di quantità o superflui e l'ambiente mondiale nel lungo termine  trarrà giovamento da questa nuova politica.

     4.   Un cenno storico.

All'inizio degli anni ottanta iniziava a formarsi una cultura che prospettava le possibili soluzioni attraverso la ricerca di nuovi equilibri tra la produzione industriale e la salvaguardia del patrimonio naturale ossia la ricerca di uno sviluppo economico sostenibile in modo da conservare nel tempo gli ecosistemi e le loro funzioni.
Questa nuova cultura era alla ricerca di livelli di sviluppo sostenibile e di comportamenti economici e aziendali che non producessero danni all'ambiente e che non trascurassero i problemi socio-economici delle imprese.
Allora assunse rilevanza la cosiddetta responsabilità sociale dell'impresa cioè il complesso delle relazioni tra impresa , soggetti esterni e il comportamento dell'azienda nei confronti degli stakeholders che gravitano attorno ad essa e che hanno trovato attenta considerazione nella certificazione etica prevista dagli standards contenuti nelle SA 8000 e successivi che attestano il comportamento socialmente responsabile dell'impresa. 
Riteniamo che l'economia non debba essere intesa solo come una scienza che massimizza il valore di scambio e che opera solo per convenienza, ma come una componente di ricerca per la salvaguardia del sistema umano. 

Allegati descrittivi:

a. Analisi dell'equilibrio macroeconomico.

Allo scopo di spiegare i vari meccanismi dell'equilibrio macroeconomico e l'operatività degli effetti moltiplicatori  sul reddito, occorre evidenziare una base analitica.
Premesso che la Produzione è la sommatoria della Domanda Totale dei beni di  Consumo e di  Investimento, possiamo esprimere  la Funzione  Lineare del Reddito:

Y   =   C  +   I ;                         Y = Co + cY + Io ;

dove Co è il Consumo  autonomo
e Io  è l'Investimento autonomo.

Ancora :  Y  =  C  +  S ;    dove  Y è il Reddito, C è il Consumo ossia l'acquisto dei beni e S è il Risparmio.        

Sostituendo avremo che:

Co + cY + Io = C + S    >>>>>    C + Io = C + S   >>>>>   Io  =  Y - C  =  S   >>>>>    Io  =  S ;

Ossia la variabile Investimento autonomo è uguale alla variabile Risparmio.

Supponiamo ora che il Consumo sia una funzione lineare del Reddito, ossia:

 C  =  Co  +  cY

Visto la funzione del Risparmio >>>   S  =  Y  -  C  >>> di conseguenza la funzione del risparmio

sarà  >>>     S  =  Y  -  (  Co  +  cY  )  >>>>> e si potrà scrivere anche :  S  =  - Co  +  (  1  -  c  )Y

b. La condizione dell'equilibrio macroeconomico.

Dato la funzione del Consumo:   C  =  30 + 0,8 Y ;    Dove Y è il Reddito Nazionale = 200 ;

sostituendo opportunamente…   esempio: C = 30 + 0,8 . 200 ;     Avremo che  C  =  190 ;

dove Y è 250 avremo che C = 230;
dove Y è 300 avremo che C = 270;

Potremo così costruire una preziosa tabella n.1 .

Y
Red. Naz 

C
Prev.
S
Prev.
I
Prev.
Domanda
Globale
Variazione I
Realizzato
200 190 10 20 210 -10 10
250 230 20 20 250 0 20
300 270 30 20 290 +10 30

E nel successivo grafico viene evidenziato che nel punto E si realizza la condizione di equilibrio macroeconomico:  I = S  ;

In presenza delle Spese Pubbliche ( P.A.)  = Go;  la condizione di equilibrio macroeconomico diventa:

Y  =  C  +  Io  +  Go  ;

c. Il moltiplicatore e l'equilibrio macroeconomico.

Supponiamo che :  Y  =  C  +  Io  ;  desideriamo conoscere l'aumento del Reddito Nazionale all'aumentare di un componente autonomo della Domanda Globale.

Esempio di un problema:  ricerca dell'effetto di un  + ∆Y non ripetuto nel tempo.

Adesso formuliamo in questo modo:

∆Y  =  k ∆Io ;   dove ∆Y  è l'aumento del Reddito, 
                                  ∆Io  è l'aumento dell'Investimento,
                                   k    è il moltiplicatore dell'Investimento.

Dobbiamo calcolare k ; 
possiamo dire che il moltiplicatore dell'Investimento dipende dalla Propensione marginale al Consumo  >>>>>  di conseguenza….

∆Y  = k ∆Io  >>>>> k  =   ∆Y / ∆Io ;   oppure: Y  =  C  +  Io ;

>>>>>  ∆Y  =  ∆C  +  ∆Io  >>>>>  ∆Io  =  ∆Y  -  ∆C   >>>>> pertanto possiamo scrivere:

k  =  ∆Y / ∆ Y  -  ∆C ;  >>>>>  k  =  1  /  1 - ∆C/∆Y  ;

dove  ∆C/∆Y  è la Propensione marginale al Consumo.

dove  1 -∆C/∆Y  è la Propensione marginale al Risparmio.
      
In conclusione possiamo dire che il Moltiplicatore dell'Investimento è uguale all'inverso della Propensione marginale al Risparmio.

Evidenziamo la tabella n.2 che rappresenta l'effetto del Moltiplicatore dell'Investimento non ripetuto.
Dati: 1.000 per l'Investimento e la Prop. Mrg. Consumo di 0,50.

Periodi Crescita dell'Invest. Crescita Consumo period. Crescita Reddito period. Crescita Cumulativa reddito
1 1000 /// 1000 1000
2 // 500 500 1500
3 // 250 250 1750
4 // 125 125 1875
5 // 62 62 1937
6 // 31 31 1968
7 // 8 8 1992
8 // 4 4 1996
9 // 2 2 1998

Esaminiamo adesso con la tabella n.3 gli effetti dell'aumento di un investimento ripetuto in più periodi., ossia ∆Io.

Periodi Crescita Inv. per periodi Crescita ventilata
Cons. per period
Crescita non ventilata del Consumo Crescita cumulativa del Reddito
1 1000 /// /// 1000
2 1000 500 500 1000
3 1000 500+250 750 1750
4 1000 500+250+125 875 1875
5 1000 500+250+125+63 938 1938

Il moltiplicatore e l'equilibrio macroeconomico.
(Vedi grafico 10.4)

Eo è il punto di equilibrio.
Allorché il moltiplicatore avrà prodotto tutti i suoi effetti si avrà:  ∆Y  =  1 / 1 - c . ∆Io ;

E' possibile calcolare gli investimenti successivi del P.N. ∆Y indotto da un aumento iniziale dell'Investimento ∆Io uguale a 100 ed una propensione marginale al Consumo c uguale a 0,80.

∆Y  = 100 + 80 + 64 +…..
                                                           
                                                          2                    3
∆Y  =  100 + 100 (0,80) + 100 (0,80)  + 100 (0,80) +….

                                                 2               3
∆Y  =  ∆Io + ∆Io . c  +  ∆Io . c  +  ∆Io . c   ……

                                           2     3
∆Y  =  ∆Io + ∆Io (1+ c + c  + c   +….) ;   c > 1  ;

Stabilito che la propensione marginale al consumo è = 0,80 e che ∆Io  =  100 ;
la somma dei termini in progressione geometrica è data da:

∆Y  =  ∆Io .  1 /  1 - c ;

il Moltiplicatore è uguale a 5 e  il valore ∆Y  è uguale a 500.

Il Moltiplicatore è il processo che assume l'equilibrio macroeconomico e quando questo avrà prodotto tutti i suoi effetti avremo che :

                                                              ∆Y  >  ∆Yo  ;

a conclusione di quanto evidenziato possiamo dire che i limiti del moltiplicatore dell'investimento sono essenzialmente tre:

  1. la condizione è che i Fattori Capitale e Lavoro non siano totalmente impiegati.
  2. la propensione marginale al consumo sia stabile.
  3. a livello macroeconomico non siano presi in dettaglio i diversi settori dell'economia nazionale.
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